Arlecchino e famiglia

Percorso interattivo di spettacolo e laboratorio sulle maschere della Commedia dell'Arte Veneta

DURATA: 1 incontro di 2 ore circa per lospettacolo e la presentazione del laboratorio (con spazio alle domande dei ragazzi) + 5 incontri di 4 ore ciascuno per la costruzione e l'impostazione dei caratteri
ORE TOTALI: 22
FASCIA D’ETÀ: classi della media inferiore
NUMERO PARTECIPANTI: massimo 20 ragazzi
  • CONTENUTI:
  • Visione di uno spettacolo di Commedia dell’Arte per burattini.
  • Lezione - intervista sui caratteri, i personaggi, l’allestimento, il lavoro drammaturgico (dopo lo spettacolo).
  • Ricerca iconografica e storica sui “TIPI” della Commedia dell’Arte Veneta. (in collaborazione coi docenti di lettere ed educazione artistica).
  • Costruzione dei personaggi con tecnica rapida (gommapiuma).
  • Studio dei “caratteri fissi” e training all’animazione.
  • Semplici canovacci per recitare.
  • REALIZZAZIONI:
  • Personaggi della Commedia dell’Arte Veneta (1 a ragazzo) per creare una o più “mute” (compagnie teatrali) di burattini.
  • Organizzazione di uno spazio teatrale improvvisato, oppure:
  • 1 semplice baracca / paravento (facoltativa - con costo aggiuntivo per i materiali ed istruzioni per realizzarla).
Cresciuti in anni in cui la parola “tradizione” era quasi sinonimo di arretratezza culturale, a suo tempo abbiamo riscoperto con meraviglia nel Teatro dei Burattini questo mondo magico ed un po’ “tribale” in cui Arlecchino, Pantalone, Brighella, Colombina e... gli altri ci attendevano, pazienti, da qualche secolo. Abbiamo gustato la loro poesia e li abbiamo seguiti sul sentiero misterioso che ci indicavano: il recupero e la rilettura di antichi “Canovacci”, la ricerca iconografica sui costumi e sui volti / maschera dei personaggi, l’evoluzione storica che li ha trasformati, i loro... tipi. L’attualità di questo teatro di caratteri è davvero straordinario e addirittura sconcertante la loro valenza come specchio del vissuto degli esseri umani. Sopravvissute nelle baracche fino ai primi del novecento, ribelli alla riforma goldoniana del “teatro borghese”, le nostre eroiche personcine ritrasmettono ora tutta la loro carica innovativa e disgregante nei confronti dei luoghi comuni e del perbenismo, mantenutasi viva attraverso il mare del tempo. Il patrimonio popolare non è né folcloristico né pittoresco, tanto meno nostalgico o “dietrista”. Vogliamo liberare Arlecchino dal confino nei Carnevali. Perché allora non far partecipare a questa rivoluzionaria cultura tradizionale i ragazzi? In fin dei conti, forse è più vicina a loro degli incredibili e dei supereroi...